La parola preghiera che signica «testo, parola o pensiero mediante cui il devoto si rivolge alla divinità», è un termine conosciuto universalmente da ogni filosofia religiosa e non. Con tale termine, quindi, si intende rivolgere la propria attenzione ad una divinità in base il proprio credo creando in quel momento una connesione tra chi la fa e chi la riceve.
Ma perché pregare?
Se fatto in maniera corretta, chi prega, si mette nello status spirituale di profondità e apre il proprio cuore all’universo stimolando e allenando il 4° chakra. Tale canale che si trova nei pressi del plesso solare (stiamo parlando della zona dello sterno, per intenderci. N.d.r.) permette la connessione spirituale con l’amore. Con quest’ultimo termine, non si intende quello che crediamo noi, l’amore spirituale è inteso come armonia con tutte le cose. L’essere umano che ha il 4° chakra funzionante si sente in armonia con la natura, con gli animali, con gli esseri umani, col sole, la luna e le stelle.
Non vi è, quindi, nelle sue emozioni rancore, rabbia, disprezzo ecc, per nulla di ciò.
Quindi la preghiera non è semplicemente un “dovere religioso” oppure un contatto per “bisogno”, come molti sono soliti fare!
La preghiera serve per aprire il cuore e rimanere sintonizzati con l’universo e con la luce.
Perché serve tenersi aperti? Le motivazioni sono molteplici!
Dal cuore passano i segni dello spirito, i segni dei nostri cari defunti se volessero parlare con noi, la nostra stessa elevazione passa da quel canale!
Capite bene che la preghiera è ben più di quello che certe tradizioni ci hanno fatto credere o ce ne hanno fatto uso.
Se avessi compreso l’importanza, ma pensassi che non sai pregare? Ti do qualche consiglio sul come si prega.
Come prima cosa prega usando il percorso spirituale che già hai. Non devi cambiare ciò che tu credi, ma far meglio quello che già credi per ottenere il meglio.
Quindi se sei cristiano preghi per esempio col “padre nostro”, se sei buddista davanti il Gohonzon, se mussulmano in moschea e così via.
Quello che fa la differenza non sono le parole, ma come le dici!
Mi è capitato spesso di sentire preghiere dette in fretta che quasi non si sentono le parole, altre che mentre pregano stanno pensando ad altro!
Questo non è pregare!
Farlo sentendo qualcosa che nasce dal cuore, sentendo il peso di quello che dici, la sua forza, il suo senso, il suo obiettivo, è pregare!
Si ma io credo a qualcosa divina, ma non ho una religione. Ok, per quello che ho detto fino ad ora, va benissmo anche una preghiera spontanea, con parole tue. Perché le parole spontanee debbono attingere necessariamente dal cuore, altrimenti non si sarebbe in grado di dire nulla! Questo dimostra che la preghiera non è il rito già pronto, ma la forza del cuore!
Ma quando dico di pregare, non intendo con le frasi fatte “per tutti i poveri affamati del mondo”, non che sia sbagliato, ma dentro di voi quanto sentite la forza di tale frase? Basta iniziando anche con piccole e sentite frasi quotidiane. Ricordate il film “Una settimana da Dio”, quando Jim Carrey (Bruce Nolan) era davanti a Morgan Freeman (che interpretava Dio) che chiese di fare una preghiera?
Vi faccio vedere lo spezzone in questione:
Alcune culture filosofiche religiose, dovrebbero dedicare più tempo alla preghiera e il suo valore, poiché alcuni sottovalutano la potenza spirituale di tale azione.
La preghiera non appartiene alle religioni, appartiene allo spirito, per la connessione tra l’essere umano e la luce.
Non devi temere o classificare la preghiera, se vuoi seguire e avvicinarti alla luce, anche essa è un mezzo.
E poi se preghi la luce, vivi al servizio di essa, poiché la preghiera non è un mezzo per “chiedere” quello che si desidera e se non si ha ci si arrabbia pure.
Bisogna comprendere anche il senso di tale preghiera e come risponde la luce.
Capita che si prega perché non muoia un caro, poi purtroppo muore e si perde le speranze nella luce?
Magari era comunque la sua ora, in quel momento quanti pensano di pregare affinché quella persona soffra il meno possibile, che nel suo nuovo cammino incontri la luce e che i cari rimasti riescano a superare il momento difficile del distacco?
Pregare non è egoismo, l’egoismo non fa parte dell’amore e la luce non è l’oracolo dei desideri. Se ci approccia malamente con la luce, non è quest’ultima in errore, ma noi che in partenza abbiamo iniziato male a pregare.
Se riuscissi davvero a farvi capire la potenza della preghiera, che ci eleva e apre alla luce, ci connette alla fonte divina e, una volta connessi, si riesce a comprendere meglio tante cose.
Se sei lontano dalla luce, non disperare, ella risponde quando la si chiama, ma devi imparare a capire quali sono le sue risposte, che non sempre arrivano come credi!
E ringrazia sempre. Anche esso apre il cuore e sintonizza il divino che è in te, con la luce.
Nulla ci è dovuto, ma tutto ci può essere dato.
Sia fatta la volontà della luce.
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