Il quarto chakra porta il nome sanscrito di Anahata (pronuncia: anàhata), o chakra del cuore. È un chakra cardinale, in mezzo ai sette, è il ponte di trasformazione da corpo a spirito, è la sede del prana. È “il centro del perdono”; è la fonte del vero amore e di ogni sentimento; si nutre di affetti e di appartenenze; è connesso alle relazioni personali (compagno/a, marito/moglie, parenti, genitori, figli).
Il chakra è correlato al ritmo del battito del cuore, e qui si può ascoltare anche il ritmo dell’universo. Anahata presiede le funzioni del cuore, del sistema circolatorio del sangue e dell’apparato respiratorio; l’organo di senso è la pelle che ricopre il corpo, gli organi di azione sono le mani.
Anahata è forse il chakra più importante ed, essendo nel mezzo, rappresenta il punto di svolta tra una vita dedicata al soddisfacimento dei desideri terreni e una rivolta al cielo e all’immortalità. Con Anahata si diventa consapevoli di ciò che è reale, non si è più sotto l’influenza di Maya, l’illusione.
Il quarto chakra è rappresentato con dodici petali verdi o azzurri; il suo yantra è una stella a sei punte, sulla più bassa c’è disegnata un’antilope, timida e veloce, in uno stato di perenne meraviglia; al centro della stella si forma un esagono, che inscrive la sillaba YAM, stilizzata.
Meditando su Anahata si ha coscienza dell’amore, della compassione, della gioia; energeticamente si ottiene il potere emotivo; si diventa capaci di amore incondizionato. La verità sacra che si conosce grazie al chakra del cuore è “accettare l’altro per quello che è, senza cercare di cambiarlo”; l’affermazione per sviluppare Anahata è “sono degno di ricevere amore; merito di…”
La sede di Anahata nel corpo umano è al centro del petto, nella cassa toracica; è infatti connesso al cuore, ai polmoni, al sistema circolatorio e al timo, la ghiandola che controlla il sistema immunitario (e che quando si ammala, come nell’AIDS, separa l’ammalato da coloro che ama).
Se il chakra è “bloccato” diventiamo esitanti, in preda a rimorsi e panico, in balia delle dualità; interiormente chiusi, rigidi e innaturali, ci è difficile rapportarci con gli altri (abbiamo paura del rifiuto).
Quando Anahata “funziona” siamo spontanei e diretti nella comunicazione, capaci di trasmettere emozioni e sentimenti, sensibili a ciò che è bello, giusto, equilibrato; nelle relazioni di coppia possiamo però esagerare, diventando troppo presenti e soffocanti.
Simbolicamente il chakra del cuore è rappresentato dal dio Isha (uno degli aspetti di Shiva), benefico dominatore della parola; e dalla dea Kakini (uno degli aspetti di Shakti), bella e graziosa, seduta all’interno di un triangolo puntato verso l’alto, che simboleggia la sublimazione dell’amore romantico verso la spiritualità e l’amore universale.
Per un armonico funzionamento di Anahata si consiglia una dieta vegetariana a foglie verdi; cantare in un coro; cercare sempre ciò che unisce; cercare di perdonare e perdonarsi; innamorarsi, in ogni senso.
Riassumendo le caratteristiche del quarto chakra
Nome sanscrito | Anahata (letteralmente, “non percosso”: suono ininterrotto o infinito) |
Nome italiano | Chakra del cuore, centro del perdono, quarto chakra |
Zona del corpo | All’altezza del cuore, nel centro del petto |
Ghiandola corrispondente | Timo |
Parti del corpo correlate | Polmoni, cuore, sistema circolatorio e respiratorio |
Funzione | Centro del perdono, amore, compassione |
Disfunzioni | Problemi digestivi, ulcera, debolezza visiva. Diabete. Rimpianto, dipendenza, tristezza, dolore, cercare di soddisfare le aspettative altrui, indifferenza, abbandono |
Armonizzazione | Comprensione, felicità, auto-accettazione, motivazione alla vita |
Paura | Paura di impegnarsi, del tradimento e della solitudine, di essere vulnerabile e di seguire il proprio cuore |
Senso | Tatto |
Simbolo | Loto a dodici petali, con all’interno una stella a sei punte |
Elemento | Aria |
Colore | Verde |
Mantra | YAM |
Nota | Fa |
Animale | Antilope |
Divinità | Isha e Kakini |
Pianeta | Venere |
Pietra | Quarzo rosa (il cristallo dell’amore) |
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